Quando la fisioterapia analizza il dolore: Anna Del Re e l’approccio terapeutico omnicomprensivo
Fisioterapisti, dottori in scienze motorie e, in generale, esperti del movimento sanno bene che non esiste un metodo riabilitativo assolutamente migliore di un altro. In altre parole, l’opzione terapeutica più efficace può derivare solo da:
– un esame puntuale della sintomatologia all’altezza dei distretti corporei interessati dal dolore;
– un approccio fisioterapico omnicomprensivo, finalizzato cioè non solo alla risoluzione del problema localizzato, ma anche e soprattutto al recupero del benessere psicofisico.
Anna Del Re, fisioterapista e docente di Fisioterapia e di Terapia Occupazionale presso l’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, è da sempre alla ricerca dell’opzione terapeutica più efficace per i suoi pazienti, sia nel suo centro che da remoto.
Con l’obiettivo specifico di creare una nuova metodologia condivisa nell’ambito della fisioterapia e della riabilitazione, la dottoressa Anna Del Re applica ogni giorno sul paziente una vera e propria filosofia terapeutica, basata sulla sinergia tra le più note tecniche di terapia manuale e le più moderne tecnologie di terapia fisica e strumentale.
Riabilitazione: obiettivi e risultati di un metodo fisioterapico finalizzato al recupero globale del dolore
Per raggiungere l’obiettivo principale di eliminare il dolore, per Anna Del Re e per il suo team è importante in primo luogo risolvere i processi di infiammazione, agendo su tutte le problematiche di natura traumatica e non che il paziente ha in corso.
Per Anna Del Re, le pratiche e i trattamenti di terapia manuale e di applicazione strumentale sono quindi rivolti, sin dal principio della cura, a realizzare una rieducazione motoria e posturale, laddove la pratica fisioterapica non è riferita solo al singolo distretto corporeo da cui si origina il dolore, ma all’intero sistema muscolo-scheletrico del paziente.
Di conseguenza, la guarigione e il recupero sono una diretta conseguenza di una corretta valutazione del complesso sintomatologico.
Ma come è possibile accertarsi della correttezza di una valutazione fisioterapica preliminare? Lo abbiamo chiesto direttamente ad Anna Del Re, che oltre ai suoi venticinque anni di esperienza può vantare una collaborazione continua con diversi specialisti nel campo dell’ortopedia e della fisiatria.
Non solo: nella sua esperienza quotidiana, Anna Del Re può contare su Riablo, il dispositivo medico composto da sensori indossabili e da una pedana stabilometrica in grado di trasmettere, via bluetooth, i dati di movimento a un software e di restituire un biofeedback attraverso uno schermo.
Grazie a Riablo, Anna Del Re può progettare il percorso di recupero del paziente, supervisionarlo durante i vari cicli riabilitativi, valutare con precisione le sue prestazioni e poi lasciarlo completare le sessioni di esercizi seguendo le indicazioni del software, anche quando il paziente deve continuare la riabilitazione da remoto, a casa sua. In questo modo, il fisioterapista può ovviare rapidamente al gap interpretativo iniziale e pianificare il recupero funzionale del paziente sulla base di dati reali.
Neuroalgodistrofia a carico della caviglia: gestione del dolore, opzioni fisioterapiche e percorsi di cura
«Il primo passo per effettuare una corretta valutazione fisioterapica – ci spiega Anna Del Re – è lo studio dello stato posturale del paziente, sin dal primo appuntamento in clinica. L’ascolto del soggetto, delle sue fragilità/dolore attuali e della sua esperienza motoria post-traumatica rappresentano i passi ulteriori che consentono a me e al mio team di stabilire i postumi diretti e indiretti del trauma subito al livello dei distretti corporei» .
«In seguito – continua Anna – utilizzo Riablo quando si rende necessario programmare un percorso di riabilitazione personalizzato in grado di coinvolgere il paziente e renderlo motivato e partecipe dei progressi.
È stato il caso di Maya (nome di fantasia, n.d.r.), 17 anni, giunta nel mio studio in carrozzina – purtroppo non camminava più e aveva una diagnosi di neuroalgodistrofia della caviglia destra in seguito a grave distorsione. Nel caso di Maya, l’intervento chirurgico affrontato nella fase ultima dell’età evolutiva (quando aveva 14 anni) aveva sortito un effetto senz’altro risolutivo rispetto al controllo dell’infiammazione; tuttavia, nel tempo, Maya aveva ricominciato ad accusare dolore sotto carico e una sintomatologia compatibile con la diagnosi, in seguito effettivamente formulata, di algodistrofia.
«Per Maya – continua Anna – ho scelto dunque un approccio non esclusivamente localizzato sul dolore alla caviglia (ormai giunta ad uno stadio due della patologia), ma dedicato anche all’insieme degli adattamenti posturali e di compensazione che la paziente aveva, per ovvi motivi di economia fisica, adottato nel tempo».
«Il primo periodo ha visto Maya affrontare con me una terapia strutturata di tipo manuale (Neuroreset®, n.d.r.), strumentale e motorio; dopo circa 40 giorni, la paziente ha ripreso a deambulare gradualmente.
L’evoluzione del trattamento ha previsto poi un piano di esercizi di riabilitazione e rieducazione al carico, equilibrio e cammino, fino al percorso con Riablo, volto al recupero dei movimenti di vita quotidiana e al completo ritorno alla deambulazione autonoma, basato su delle sequenze di ristabilimento della forza muscolare e di mantenimento dell’equilibrio e del carico in posizione eretta.

Infine, con l’obiettivo principale di ripristinare la totale autonomia motoria, nei mesi successivi Maya ha proseguito con continuità il percorso di riabilitazione ed esercizio-terapia; ha rieducato il sistema muscolo-scheletrico agli effetti della patologia algodistrofica e ha superato anche il comprensibile limite agliofobico (di paura del dolore). Di fatto, Maya deambula ormai in autonomia e ha ripreso in mano la sua vita».
Percorsi di esercizio-terapia a casa, monitorati dal professionista della riabilitazione
Ancora una volta, dunque, la riabilitazione – se compiuta attivamente e costantemente – si dimostra una soluzione migliorativa dello stato generale di salute e di consapevolezza di sé.
Grazie a Kari, professionisti come Anna Del Re sono sempre a disposizione per consigliarti e, se le tue condizioni lo consentono, studiare per te un percorso di esercizio-terapia da remoto, con dispositivi medici interattivi e tutto il monitoraggio di cui hai bisogno.